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DIVINITA'
TANATO - THANATOS - ORCO - MORTE


Nome: Tanato o Thanatos in Grecia, Orco a Roma.

Ruolo: Dio della morte.

Genitori: Erebo e Notte, fratello gemello di Ipno (dio del sonno), fratello tra gli altri di Etere, Giorno, Eris (dea della discordia), Nemesi (dea della vendetta divina).

Mito: Era la personificazione della morte, dio crudele e formidabile, ma per quanto insensibile alla pietà e quindi temuto dagli dei stessi, non ispirava orrore. Rappresentava la morte in quanto inevitabile ma serena. Nella mitologia non ha un mito vero e proprio, ma è presente nei racconti popolari. Esiodo le dà cuore di ferro, visceri di piombo e ali di pipistrello, che le permettono di passare, in un batter d'occhio, da un polo all'altro della Terra, insensibile a sentimenti di pietà. Si supponeva avesse stanza nell'Erebo.

Leggenda: Zeus mandò Tanato presso Sisifo, affinché lo accompagnasse nel Tartaro, in quanto colpevole di aver rivelato ad Asopo che era stato Zeus a rapire sua figlia Egina. Sisifo lo accolse cordialmente, lo fece ubriacare e lo imprigionò. Con Tanato prigioniero, nessuno più moriva sulla Terra e di conseguenza nell'Inferno non arrivava alcuna anima da giudicare. Ade si lamentò con Zeus che, per porre fine a questa situazione, mandò Ares a liberare Tanato ed incatenare Sisifo.

Alcesti si offrì di morire al posto del marito. Quando Tanato giunse per portar via l'ombra di Alcesti, arrivò Eracle che lottò con il dio uscendo vittorioso, e riuscendo a strappargli Alcesti riconducendola al suo posto.

Iconografia: Veniva rappresentato come un genio alato e silenzioso o un fanciullo dormiente, con una torcia spenta e rovesciata. Più anticamente veniva raffigurato come un vecchio alato con una lunga barba, un mantello nero e armato con una scure. Comunemente è rappresentato da un pauroso scheletro armato di una grande falce.

Immagine in alto: Gian Lorenzo Bernini, Apollo e Dafne, 1622-1625.


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