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COSTELLAZIONI EQUATORIALI Raffigurazione: Rappresenta un mostro marino immaginario, con testa di drago e pinne anteriori da tricheco o zampe da animale terrestre, con un corpo squamoso da pesce e la coda di un serpente marino, che gli antichi astronomi chiamarono Balena. Visione: Autunno Descrizione e posizione: E' la quarta costellazione nel cielo per grandezza. E' percorsa nella parte settentrionale dalla linea dall'equatore e si trova sotto le costellazioni zodiacali dell'Ariete e dei Pesci. Stelle: Pur essendo una costellazione molto estesa, è poco luminosa e non presenta oggetti celesti particolari. La stella più famosa è Mira, cioè "meravigliosa", poiché si tratta di una brillante stella variabile. Le stelle più luminose sono Alfa e Beta, chiamate rispettivamente dagli arabi Menkar, "narici", benché appaia spesso in corrispondenza della mascella più che del naso, e Deneb Kaitos, la "coda della balena". Zeta è Baten Kaitos, il "ventre della Balena", anche se nelle raffigurazioni tradizionali la stella non si trovi nel ventre del mostro, ma abbastanza più in alto. Inoltre Tau è famosa perché, fra tutte le singole stelle vicine, è quella più simile al Sole. Alcuni astronomi ritengono che potrebbe avere dei pianeti, anche se non c'è finora alcuna prova della loro esistenza. - α (alpha Ceti): Menkar o Menkab, dall'arabo "naso, narici". - β (beta Cet): Deneb Kaitos o Diphda, dall'arabo "coda della balena". - γ (zeta Cet): Kaffaljdhma. - δ (delta Cet): non ha un nome proprio. - ε (epsilon Cet): non ha un nome proprio. - κ (kappa Cet): non ha un nome proprio. - ζ (zeta Cet): Baten Kaitos, dall'arabo al batn al Kaitos il "ventre della Balena". - η (eta Cet): Deneb Algenubi. - ο (omicron Cet): Mira, dal latino "stupefacente, meravigliosa". - τ (tau Cet): non ha un nome proprio. Mito e leggenda: La leggenda che ha dato origine alla costellazione della Balena, la collega strettamente a quelle di Andromeda, Cassiopea, Cefeo, Perseo e Pegaso. Cassiopea, moglie di Cefeo re dell'antica Etiopia (il territorio si estendeva dalla riva sud-orientale del Mediterraneo fino al mar Rosso e comprendeva parte degli attuali Egitto, Giordania ed Israele), pensava che lei e sua figlia Andromeda fossero le più belle donne mai vissute. Andava anche dicendo che la figlia era talmente bella che neppure le Ninfe del Mare, le cinque Nereidi, potevano superarla in bellezza. La superbia della regina d'Etiopia giunse alle orecchie di Era e delle stesse Nereidi. La Nereide Amfitrite era moglie del dio del mare, Poseidone, e così, infuriate, si rivolsero a lui chiedendogli una terribile ed immediata punizione per l'oltraggio di Cassiopea. Poseidone scatenò contro il regno di Cefeo, a devastarne le coste, il mostro marino Tiamat (rappresentato tra le costellazioni dalla Balena). Il re d'Etiopia, vedendo il proprio reame in così grave pericolo, si rivolse ad un Oracolo, che gli disse che il solo modo per salvare l'Etiopia consisteva nel sacrificio di Andromeda, che doveva essere abbandonata alla furia del mostro marino. Col cuore in pezzi, e pieno di rancore verso la moglie, il re fu obbligato dal popolo ad accettare. Andromeda venne trascinata fino alle rocciose coste etiopiche e lì abbandonata al suo orribile destino: incatenata nuda su uno scoglio in riva al mare, attendeva ormai priva di ogni speranza di salvezza che il mostro arrivasse a sbranarla. E il mostro non si fece attendere. Ma il Fato volle che passasse di là l'eroe Perseo in groppa a Pegaso, di ritorno dalla missione dopo aver liberato il mondo sconfiggendo la terribile Medusa. Attaccò il mostro che riuscì a sconfiggere solo dopo vari tentativi, mostrando alla belva la testa di Medusa che, guardandola, lo tramutò in pietra. Gli dei posero in cielo le costellazioni raffiguranti ognuno dei protagonisti di questa storia.
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